Anitec-Assinform: per il digitale in Italia si apre una nuova era

Crescita del 2,4% nel 2022, trainata dai servizi Cloud e Cybersecurity che mettono a segno un più 8,5%. 'Dati e AI come co-pilota per le imprese moderne', sintetizza Agostino Santoni di Confindustria

Autore: Edoardo Bellocchi

Si moltiplicano i segnali positivi sul fronte della spesa IT in Italia. Nel 2022 il mercato digitale ha infatti registrato una crescita del 2,4%, per un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro. Lo certifica di Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, nella sua pubblicazione annuale sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube e presentata stamattina a Roma in un evento dal titolo “Digitale per Crescere”.

Servizi ICT sugli scudi

Entrando nel dettaglio dei segmenti di mercato, l’aumento più rilevante ha riguardato i Servizi ICT (+8,5% e 14,8 miliardi di euro), sostenuto principalmente dai servizi Cloud e Cybersecurity. Andamenti particolarmente positivi si sono avuti nel segmento dei Contenuti e Pubblicità Digitali (+6,3% e 14,5 miliardi di euro) e in quello del Software e Soluzioni ICT (+6,2% e 8,6 miliardi di euro).

Il mercato relativo a Dispositivi e Sistemi ha invece evidenziato una netta inversione di tendenza dopo la crescita consistente registrata nel 2021. Infatti, nel corso del 2022 ha subito un calo dell’1%. È infine proseguito il trend negativo dei Servizi di Rete TLC (-2,7%). Se il progresso del mercato digitale è in parte frenato dalle componenti tecnologiche più mature, sarà invece trainato dai prodotti e servizi più innovativi, ovvero Digital Enabler e Transformer, il cui incremento medio annuo nel periodo 2022-2026 dovrebbe attestarsi sul 12,8%.


Le aziende e le geografie

Per quanto invece riguarda gli utenti, il trend di crescita degli investimenti in digitale delle piccole e medie imprese italiane permane più lento rispetto a quanto registrato dalle grandi imprese. Nel 2022 c’è stato un incremento del 2,5% per le piccole imprese, del 4,1% per le medie e del 5,9% per le grandi, a conferma della correlazione tra dimensioni aziendali e spesa digitale: più i contesti organizzativi aumentano di dimensioni, maggiore è la spesa destinata alla digitalizzazione.


L’analisi geografica del mercato digitale italiano identifica invece nelle Regioni del Nord Ovest e del Centro le aree caratterizzate da una maggiore capacità di spesa in tecnologia, rappresentando quasi il 62% della spesa complessiva. A livello nazionale, nel 2023 il mercato è previsto comunque ancora in crescita (+3,1%). Le stime relative ai tre anni successivi (2024-2025-2026) sono orientate a una crescita ancora più sostenuta e si basano sull’ipotesi di un minore impatto dell’inflazione e su un maggiore impiego delle risorse economiche messe a disposizione dal Pnrr per la digitalizzazione. Si prevede pertanto una crescita media annua del mercato digitale nel periodo 2022-2026 del 4,5%, fino a raggiungere quasi i 92 miliardi di euro nel 2026.


“il 2022 ci consegna un mercato digitale in aumento, che ha raggiunto un valore superiore a 77 miliardi di euro. La trasformazione digitale si conferma una leva economica significativa e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è stato e sarà sostanziale, soprattutto adesso. Dobbiamo spingere su interventi anticiclici, portando avanti le riforme e le politiche pubbliche che consentano all’innovazione di fiorire, in un contesto competitivo, dando spazio ai giovani e ai loro talenti”, ha commentato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform.


Dati e politica industriale

La densa mattinata della presentazione del rapporto Anitec-Assinform, che ha visto l’intervento di numerosi esponenti delle imprese e della politica, è stata conclusa da Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria con delega al Digitale, che ha tra l’altro ribadito che “l'economia dei dati fa parte della politica industriale, e abbiamo capito che esiste uno spazio competitivo per il nostro Paese nell’unire gli atomi e i bit. E diventa il fattore critico di successo delle nostre imprese il modo in cui renderemo produttiva questa unione, dando una voce digitale alle tecnologie, i prodotti e i servizi che tutte le nostre imprese realizzano”.

Secondo Agostino Santoni, si tratta di un aspetto importante, in quanto “mette al centro la leadership che serve per essere competitivi: a mio avviso la leadership moderna degli imprenditori o dei manager che oggi gestiscono le aziende è quella che impara a lavorare con un copilota, costituito dai dati e dall'intelligenza artificiale. Ma attenzione: si tratta di copilota, e non di pilota, che diventa estremamente utile se lo porto in azienda, integrando le tecnologie di intelligenza artificiale all’interno dei processi dell'impresa, ripensando il modo in cui si realizzano i prodotti e i servizi”.

Ma le aziende non possono compiere da sole tutto il percorso di trasformazione, e “necessitano di una pubblica amministrazione super efficiente, con uno straordinario aiuto nell'immaginare e nel pianificare insieme al Governo quello che serve in termini di investimenti per far accadere la trasformazione. Avrei l'ambizione di vedere che il nostro Governo, insieme a Confindustria, pianifica e realizza un piano di investimenti per dare più futuro alle nostre persone”, ha concluso Agostino Santoni.


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