"La conferma del modesto aumento dei prezzi al consumo in ottobre non deve indurre ad abbassare la guardia sul fronte di una possibile deflazione. L'incremento registrato nell'ultimo mese è, infatti, imputabile esclusivamente alla componente regolamentata dei prezzi (beni e servizi). Politiche inflazionistiche, ancorchè molto moderate, da parte dell'operatore pubblico, nazionale e locale, rischiano di comprimere ulteriormente la quota di spesa destinata ai consumi liberi, accentuando le difficoltà delle famiglie e delle imprese della distribuzione". Questo il commento dell'Ufficio Studi di
Confcommercio al dato Istat sull'inflazione che ha rilevato che lo scorso ottobre l'indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi,
è aumentato dello 0,1% sia rispetto al mese precedente sia nei confronti di ottobre 2013 (il tasso tendenziale era -0,2% a settembre), confermando la stima provvisoria.
La ripresa dell'inflazione è dovuta principalmente al ridimensionamento delle flessioni tendenziali
dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-2,6%, da -6,6% di settembre), con un ruolo determinante del gas naturale (-5,9%, da -11,1% del mese precedente) e dei servizi relativi alle comunicazioni (-1,0%, da -5,6% di settembre). Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'inflazione di fondo è salita a +0,5% (da +0,4% del mese precedente); al netto dei soli beni energetici a +0,4% (+0,3% a settembre).