Due giorni di tecnologia spinta al
Dell Technologies World 2022 di Las Vegas. Dopo la clausura obbligata, anche Dell Technology torna lentamente in presenza, riunendo il suo ecosistema di clienti e partner, almeno negli USA, per l’Europa vedremo. La messe di annunci, come si conviene a una convention, si focalizza su specifici aspetti dello storage su cloud, dettando la linea ai propri partner di canale. E va al canale la prima dedica del keynote di apertura di Michael Dell: “
siete una forza e vi siamo così grati dei successi ottenuti insieme a tutti voi”. Endorsement sincero ma anche d’obbligo visto il ruolo che hanno i partner Dell Technologies in questo momento in cui nessun vendor si può permettere di sottovalutare i servizi a valore e la presenza locale. Novità, in particolare, per l’accesso ai dati con l’accordo con la Data Cloud Company
Snowflake per “
connettere i dati residenti sullo storage enterprise Dell”, si legge nella comunicazione ufficiale. L’idea è, quindi, di rendere più flessibile l’accesso ai dati negli ambienti multi-cloud per ottenere facilmente gli insight, con un occhio alla sovranità dei dati e alla compliance. La soluzione
Snowflake Data Cloud permette di gestire i dati residenti on-premise mantenendoli localmente o copiandoli su cloud pubblici. Il segnale per il canale? Lo manda
Jeff Boudreau, presidente dell’
Infrastructure Solutions Group di
Dell Technologies: “
Grazie a questa collaborazione, siamo in grado di ampliare l’ecosistema dei provider SaaS di Dell per ottenere insight sia on-prem sia nei cloud pubblici”.
Al Dell Technologies World 2022 si protegge il cloud pubblico
Altro
topic caldo del Dell Technology World 2022 è la security, in particolare nel cloud pubblico. Si parte dai dati: secondo Gartner, la spesa complessiva globale per la sicurezza delle informazioni e la gestione del rischio raggiungerà alla fine del 2022 la soglia di 168 miliardi di dollari contro gli oltre 150 miliardi spesi nel 2021. Va da sé che c’è tanto bisogno di proteggere i dati, in particolare su ambienti pubblici e multicloud. E Dell Technologies ci stava già pensando da gennaio, quando ha lanciato
Project Alpine, l’iniziativa destinata a estendere ai cloud pubblici i livelli enterprise di capacità, performance e protezione del software Dell dedicato allo storage. Così Dell Technologies mette mano al portfolio APEX, introducendo
APEX Cyber Recovery Service. Si tratta della prima di una serie di nuove soluzioni full stack che ha l’obiettivo di semplificare il ripristino a seguito di un cyberattacco. Per le finalità di cyber recovery Dell gestisce le operazioni di vault con frequenza quotidiana e, attraverso i propri partner, si affianca al cliente nelle procedure di ripristino dei dati. La soluzione viene fornita da Dell in modalità as-a-Service con configurazioni standardizzate, opzioni di recovery semplificato grazie all’assistenza di Dell e dei partner certificati. Va nella stessa direzione
PowerProtect Cyber Recovery per Microsoft Azure, un nuovo servizio che permette di Implementare un cyber vault fisicamente isolato nel cloud pubblico e disporre di opzioni di ripristino flessibili in caso di attacco cyber, inclusa la possibilità di effettuare il recovery all’interno del data center, in una nuova rete privata Azure, oppure all’interno di un ambiente Azure pulito.
Sempre più a braccetto con AWS (ma anche con Azure)
Annunciato anche
CyberSense per Dell PowerProtect Cyber Recovery per AWS che rafforza il sodalizio con il cloud pubblico più utilizzato al mondo. Con questa soluzione si favorisce una analytics adattativa, si può effettuare la scansione di metadati e file completi, e implementare meccanismi di machine learning e tool di analisi forense per rilevare, diagnosticare e velocizzare il recovery dei dati. Ancora, si potranno monitorare file e database per determinare eventuali attacchi cyber e identificare l’ultima copia conosciuta con dati intatti. Tutte le novità ruotano intorno allo storage, la punta di diamante dell’offerta Dell Technologies, sottolineandone ancora di più l’importanza strategica. D’altronde, è lì che stanno i dati. E si conferma la tendenza tecnologica, già fortemente presente, di aggiungere alla connotazione “software defined” per l’hardware storage anche l’approccio “security by design”. Uno storage, insomma, guidato dal software e protetto a un livello superiore.
Ciliegina sulla torta, i Solar Community Hub
Il tutto, lo ripetiamo, su cloud pubblici, tradizionalmente i più esposti, ma anche su ambienti on-premise, alle prese con una “cloudizzazione” che deve garantire recovery affidabili e repentini. E poi, la ciliegina sulla torta: l’annuncio dell’introduzione di 500 innovazioni software implementate su
Dell PowerStore, PowerMax e PowerFlex per offrire insight più rapidi dai dati, un miglior controllo sui dati multicloud e una cyber resilienza superiore senza alcun costo aggiuntivo per i clienti.
Infine, in ottica ESG da segnalare il lancio dei
Solar Community Hub. Si tratta di 25 hub alimentati a energia solare da realizzare in tre continenti da
Dell Technologies, Computer Aid, Intel e Microsoft. Si tratta di un’evoluzione del proprio programma Solar Learning Labs che ha l’obiettivo di migliorare l’accesso alla tecnologia, all’assistenza sanitaria e alle competenze della forza lavoro nelle comunità situate nelle aree remote di tutto il mondo.