Data Protection cos’è e perché, oggi, non è un dettaglio. Il Caso Veritas
Tutti ne parlano, anche troppo, pochi sanno esattamente cosa voglia dire e soprattutto come metterla in pratica. Una cosa è certa la sfida della data protection è la sfida con la S maiuscola per ogni forma e dimensione di azienda. Massimo Pistolesi, nuovo Country Manager per l’Italia di Veritas Technologies ci racconta, in una video intervista esclusiva, cosa vuol dire e soprattutto come si fa la vera Data protection al tempo della ripartenza… tutta digitale
Autore: Marco Maria Lorusso
La protezione del dato passa innanzitutto dalla sua conoscenza e padronanza: questa la formula che Veritas porta sul mercato con la nuova guida video di Massimo Pistolesi, da alcuni mesi nuovo Country manager per l’Italia, realizzata in collaborazione con un distributore a valore come Computer Gross: «Lavoro in Veritas da circa 11 anni, spero di poter condure la squadra vendite italiana a ottimizzare i suoi risultati nel prossimo futuro. Siamo in quella che in Veritas chiamiamo la Fase 3, nella quale è prevista una serie di investimenti importanti e massivi da tutti i fronti, prodotti e marketing compresi. Spero di contribuire a cavalcare questo importante boost».
Un futuro che per Veritas, come accennavamo, avrà sempre a che fare con la Data protection: «Il dato è un elemento fondamentale, siamo nell’epoca delle Data driven company e il dato è sostanzialmente assimilabile al petrolio per importanza. È fonte di ricchezza ma anche di debolezza, dobbiamo essere in grado di affinarlo, gestirlo, prenderne il meglio, così anche da evitare l’emergere di problematiche di sicurezza»
Il ruolo della Data protection
Eppure, in un momento in cui si sta assistendo a una vera e propria esplosione del volume di dati prodotto dalle aziende, non tutte le imprese puntano in maniera adeguata sulla data protection, che viene vista soltanto come un peso o un obbligo, mentre invece può essere un’opportunità:
«Proteggere i dati significa saper identificare all’interno della propria base dati quali siano quelli veramente da proteggere a tutti i costi. Questo, indirettamente, può assicurare anche un risparmio di costi. Veritas è nel mondo dei dati da 30 anni: siamo in grado di proteggere il dato e fare sì che sia sempre affidabile e fruibile. Abbiamo anche delle soluzioni che consentono alle imprese di guardare al proprio interno e comprendere quali siano i dati realmente utile per i propri scopi. O che, invece, possano creare problemi di compliance: questo tipo di dati possono essere archiviati o, addirittura, eliminati»
Le minacce del cybercrime
Per quanto riguarda la sicurezza dei dati vera e propria, Veritas ha ereditato dagli anni di Symantec la capacità di ingegnerizzare soluzioni capaci di proteggere le infrastrutture.
Nonché di comprendere le dinamiche del mercato: «Molte aziende non danno peso agli accadimenti che si sentono all’esterno, magari pensando di esserne immuni alle minacce del cybercrime. Eppure, quotidianamente, leggiamo di aziende che sono state impattate dal fenomeno del ransomware. Quando poi l’attacco si verifica davvero è troppo tardi: il ransomware ha ormai aggredito il nostro patrimonio informativo e non possiamo far altro che leccarci le ferite.” In questa direzione Veritas può mettere sul piatto la sua piattaforma Enteprise Data Service Platform, che consente a chi la utilizza di avere dati sempre affidabili e disponibili, indipendentemente dalla loro origine (on premise o in cloud), assicurando altresì una protezione dalle minacce informatiche. Inoltre, la piattaforma Veritas comprende anche una importante componente di insight, che consente di comprendere quali siano i dati da proteggere in maniera prioritaria».
Ma a chi si rivolge Veritas?
«I nostri clienti sono le grandi aziende italiane, con cui collaboriamo da sempre, i cloud provider, con cui abbiamo una strettissima collaborazione, ma anche i service provider italiani che erogano servizi di data protection. In pratica, tutte le aziende che hanno bisogno di proteggere adeguatamente le proprie infrastrutture», conclude Pistolesi.
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