Il cielo cambia di continuo quando è popolato da una nuvola. Così avviene nell’IT sull’orizzonte del cloud computing, mosso dai venti di un contesto sempre mutevole. Da un pezzo, i grandi, immensi, colossi del mercato hanno gettato le reti per fare incetta di pesci grossi e piccoli, per acquisire tutti i tipi di clienti. In questo modo, viene scardinato un anello della catena di fornitura di servizi: l’intermediazione di imprese medie e piccole che lavorano come system integrator e Managed Service Provider (MSP).
Ma le sfide che bussano alla porta degli attori dell’Information Technology non vengono solo dal macrocosmo delle multinazionali. Sulla scena ha fatto capolino il microcosmo dei virus. La pandemia di covid-19 ha cambiato l’habitat in cui le aziende devono muoversi. Ha creato nuovi bisogni, dunque nuove occasioni di trovare risposte adatte al proprio pubblico di riferimento. Per molte realtà, infatti, i migliori servizi cloud sono lo strumento per mantenersi attive e redditizie durante i mesi dell’emergenza sanitaria.
Migliori servizi cloud: la nuvola si trasforma
Come scriveva Tomasi di Lampedusa, bisogna cambiare tutto perché non cambi niente. Trasformare, modificare e far propri nuovi modelli è necessario per mantenere salda la propria posizione come PMI di successo. Gli imprenditori del settore si trovano a esplorare un territorio incerto. Continuare a offrire i migliori servizi cloud alle aziende significa far fronte ad alcune sollecitazioni del nuovo contesto economico. Le analizziamo brevemente.
L’intermediazione è l’opportunità delle PMI
Le grandi multinazionali tendono a offrire pacchetti completi di servizi al cliente finale, senza che sia necessaria alcuna intermediazione. Così il mercato sottopone a spinte centrifughe le realtà medie e piccole verso un’importante riduzione della redditività.
Tutti fanno tutto? La democratizzazione
Nel settore IT, ogni attore di mercato può “interpretare” qualsiasi ruolo nella catena di fornitura di servizi che arriva al cliente finale. I tentacoli dei concorrenti si aprono a ventaglio per rispondere in modo completo alle esigenze dell’utente.
Il nuovo contesto influisce sul mercato dei migliori servizi cloud
Durante i mesi dell’emergenza sanitaria, le società che già utilizzavano servizi cloud hanno sperimentato un vantaggio strategico nel riorganizzare i processi in smart working. L’esigenza di mantenere l’operatività lavorando da remoto ha determinato una maggiore consapevolezza del valore strategico del cloud computing.
Piccole imprese, ora è il vostro turno
Dunque, qual è la strada per le PMI che lavorano sull’integrazione di sistemi e come fornitori di servizi IT gestiti? A fronte delle nuove scosse del mercato, quali soluzioni ci sono per non vedersi ridurre i margini nella mera rivendita di prodotti dei colossi? C’è chi sceglie il private cloud. C’è chi si appropria di un nuovo paradigma nella fornitura dei servizi cloud: quello del virtual cloud provider.
Che cos’è il private cloud
Cerchiamo di spiegare brevemente che cos’è il private cloud. Si tratta di un modello di distribuzione dei servizi del cloud computing. Può essere chiamato semplicemente “cloud privato” o anche “provider di cloud gestito”. Le funzioni e gli strumenti erogati attraverso la “nuvola” e l’infrastruttura si appoggiano a risorse proprietarie e a un hosting costituito da Intranet e data center privati.
Perchè il private cloud non è una scelta per tutti
Dopo aver compreso che cos’è il private cloud, è facile immaginare che possa far nodi dove il pettine si impiglia. Quali sono i grovigli che inceppano un’ipotetica fattibilità a cuor leggero? In primo luogo, gli investimenti. Infatti, non si fanno i conti senza l’oste. Bello il private, cloud, ma quanto costa? Questa è una prima domanda da farsi. La risposta potrebbe non essere di quelle meno “salate”. Secondo possibile groviglio, che prima o poi salta al pettine, ma anche alle spazzole: la sicurezza. Come provider di cloud gestito, è possibile garantire elevati standard di sicurezza? Le risposte potrebbero non essere così rincuoranti. Infine, un altro aspetto di cui tenere conto nel valutare un eventuale cloud privato è rappresentato dalla sua dubbia scalabilità.
Diventa Provider di Servizi Cloud con il modello di CoreTech
Si muove tra quattro punti cardinali la traiettoria per posizionarsi in un territorio alternativo a quello dei colossi IT: obiettivi specifici, persone, prodotti e processi. Il primo passo è individuare le necessità effettive dell’azienda in riferimento ai traguardi da raggiungere. Condizione indispensabile per innescare un cambiamento che rivoluzioni i risultati è coinvolgere e motivare persone consapevoli del nuovo contesto. I processi vanno guidati e realizzati con spirito di apertura al cambiamento per ottenere prodotti adatti a soddisfare le esigenze delle imprese. Dunque, obiettivi, persone, processi e prodotti. Ma cosa significa nel concreto tutto ciò per le piccole e medie realtà che fanno il lavoro del system integrator e dell’MSP? Significa che esiste un nuovo paradigma di business che permette di offrire servizi sicuri, con sistema scalabile e senza investimenti in infrastruttura.
CoreTech propone a system integrator e MSP una piccola e grande rivoluzione: diventare virtual cloud provider. Come? Attraverso una soluzione white label, cioè uno strumento che porta il nome dell’azienda IT che lo utilizza, perché può essere personalizzato con il suo marchio.
Soluzione white label per proporre migliori servizi cloud alle imprese
CoreTech permette agli operatori IT di fornire alle proprie aziende clienti i migliori servizi cloud direttamente, senza lo zampino delle grandi multinazionali. Mette a disposizione di system integrator e MSP una soluzione white label, personalizzabile con il proprio marchio, che si adatta a specifiche esigenze. In più, con CoreTech, le aziende IT possono aumentare le loro possibilità di intervento con servizi di tipo infrastrutturale, come Cloud Server Enterprise Class Stellar, e servizi SaaS, rappresentati da strumenti per l’archiviazione, la posta elettronica e il backup.