Aires, +3,5% per il retail specializzato nel primo semestre 2019, ma stabile rispetto al 2018

I dati GfK sull’andamento del mercato dell’Elettronica di Consumo in Italia nel primo semestre del 2019 evidenziano una sostanziale stabilità, con un -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2018, per un fatturato complessivo di 6,4 miliardi di euro

Autore: Redazione ChannelCity

“Italia ferma. I rivenditori di elettronica faticano ma vanno avanti, siano più ascoltati dalle Istituzioni se hanno a cuore la crescita”. E’ il commento a caldo di Andrea Scozzoli, Presidente Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati), che riunisce le principali aziende e gruppi distributivi specializzati di elettrodomestici ed elettronica di fronte ai dati diffusi da GfK sull’andamento del mercato dell’Elettronica di Consumo in Italia nel primo semestre del 2019, che evidenziano una sostanziale stabilità, con un -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2018, per un fatturato complessivo di 6,4 miliardi di euro.
Il Retail Specializzato in Elettronica di Consumo è il canale che ha registrato una crescita maggiore con un incremento del +3,5%; a rivelarsi vincente è l’omnicanalità, intesa come combinazione tra negozio e web (il canale online è cresciuto del 12,7%, a fronte di un calo del 2,1% registrato nei punti vendita).
Andrea Scozzoli, Presidente Aires

Le performance dei prodotti
Per quanto riguarda gli andamenti degli specifici prodotti, da segnalare la performance molto positiva del Piccolo Elettrodomestico (+8,1) e in crescita quella del Grande Elettrodomestico (+2,1%), che arrivano a rappresentare rispettivamente il 9,5% e il 14,3% del totale mercato. Non bene la telefonia e il comparto TV.
Di fronte a un PIL drammaticamente bloccato sullo zero nel secondo trimestre, i rivenditori specializzati di elettronica di consumo registrano un +3,5% da inizio anno. Un risultato che deriva da costanti sforzi e che dimostra anche che il nostro essere portatori e divulgatori di innovazione è ampiamente riconosciuto dai consumatori. Ricordiamo però che l’incremento del 3,5% registrato è frutto del calcolo algebrico tra quanto perso nei negozi fisici e quanto incrementato nell’online dove, come noto, i margini sono pressoché inesistenti anche per una serie di fattori distorsivi che abbiamo più volte evidenziato. Le istituzioni dovranno dunque tenere conto di questi risultati che – nonostante tutto – parlano di una crescita. Dedichino allora maggiore attenzione alle istanze che abbiamo sollevato non sulla base di un mero interesse settoriale ma per essere messi in condizione di fare pienamente la nostra parte nella difficile missione di risollevare i consumi, e con essi l’economia nazionale”, sottolinea Andrea Scozzoli.

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