La
digitalizzazione della scuola è un tema molto importante e sentito.
Negli anni scorsi la
strategia del Ministero dell’Istruzione è stata sempre più focalizzata nel fornire hardware (tablet/PC) a scuole e classi selezionate (le 2.0), e spingere l’adozione di WiFi e monitor interattivi. I primi
risultati positivi di questo
processo di digitalizzazione ci sono certamente stati: da un lato molte scuole hanno potuto alleggerire gli zaini dei bambini, dall’altro la presenza di
tablet e computer nelle strutture scolastiche fa sì che gli studenti si stiano abituando a processi interattivi, oltre ad acquisire competenze tecnologiche e multimediali, ad esempio nel creare report o presentazioni.
Vantaggi interessanti, certo, ma non rivoluzionari, né provati scientificamente. E il sentimento comune rimane che
la digitalizzazione potrebbe avere effetti ancor più potenti, come l’ha avuta nel mondo dello shopping, dei viaggi o della comunicazione. Ad esempio, potrebbe
modificare radicalmente il processo stesso di apprendimento, rendendolo più immersivo ed efficace, nonché vantaggioso dal punto di vista economico.
La grande
differenza rispetto al passato sta negli studenti stessi. Oggi gli alunni sono
nativi digitali, e gli insegnanti devono poter contare sui migliori strumenti digitali per poter affrontare in modo efficace un cambiamento epocale: quello tecnologico, che investe le vite di tutti in ogni aspetto. Un
uso consapevole delle tecnologie, intese come
strumenti di collaborazione, potrebbe infatti costituire un
’opportunità di apprendimento significativo, stimolando la creatività e la conoscenza, e fornendo possibilità di
analisi su contenuti e processi applicativi. Studenti, insegnanti e la scuola nel suo complesso dovrebbero costituire una comunità che apprende, tramite la collaborazione e lo scambio tra persone, con investimenti costanti e significativi nella
formazione continua del settore.
L'Italia è in ritardoIn Italia questo processo viaggia al momento con un ritardo rispetto agli altri paesi europei, ma istituzioni e aziende stanno lavorando per cercare di progredire e di adottare un nuovo approccio più digitale. Pensiamo, ad esempio, alle lezioni in aula, che oggi non possono più essere predisposte e vissute con gli strumenti di un tempo. Esistono dispositivi e attrezzature avanzate, in grado di supportare ogni singolo passaggio dell’apprendimento, rendendolo più agile e personalizzato, anche a fronte di budget tendenzialmente limitati. Il tutto puntando a offrire
esperienze di apprendimento adatte a un mondo in rapido movimento,
mobile e connesso.
Gli ambiti di intervento di una
tecnologia di acquisizione e gestione dati in ambiente scolastico sono tendenzialmente due:
la gestione dei processi amministrativi e gestionali e quella più specifica delle
attività didattiche.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è indubbio che soluzioni efficaci di
digitalizzazione di documenti possano semplificare sensibilmente i processi di ammissione e di iscrizione, semplificando l'acquisizione dei dati e riducendo gli errori. La creazione di
archivi digitali in ogni scuola, oltre a rispondere alle indicazioni in merito date dal Ministero, apre la possibilità a tutta una serie di interazioni avanzate tra i vari attori, prima fra tutte l’adozione generalizzate del
registro elettronico. Senza contare che una
gestione più efficace e sicura di una vasta gamma di documenti, immagini e dati generati dai diversi attori, consente di rendere più veloci ed efficaci i processi, ma anche di
incrementare i livelli di sicurezza nelle scuole, evitando ad esempio accessi non autorizzati ai vari documenti e un loro utilizzo fraudolento.
Una spiccata digitalizzazione del patrimonio informatico di una scuola elimina di fatto processi dispendiosi e duplicazioni, e accelera collaborazione e condivisione.
Dal punto di vista più specificatamente didattico,
una maggiore digitalizzazione incrementa i livelli di interazione. Se i
monitor interattivi sono ormai uno strumento diffuso, almeno nelle scuole più lungimiranti, non sono certo l’unico dispositivo di nuova generazione che può andare ad arricchire l’arsenale degli strumenti tecnologici in mano ai docenti. Abbinati a uno
scanner e a un adeguato
software di presentazione, possono rendere ogni lezione più interattiva, consentendo di illustrare porzioni di testo ed elementi grafici in modo dinamico, facilitando la condivisione e la partecipazione, anche su frangenti didattici specifici.
Un caso di Scuola 2.0Un
caso concreto è quello del
" >l’Istituto Comprensivo Statale “A.Gramsci” di Sestu (CA), che sfrutta i benefici di uno
scanner contactless per acquisire presentazioni, documenti e oggetti tridimensionali da utilizzare in numerosi progetti didattici, incrementando così la versatilità e la creatività e favorendo
l’interattività tra allievi. In questo modo, oggetti materiali, magari frutto della creatività degli studenti, possono essere acquisiti ed entrare a far parte di un
workflow digitale, aprendo nuove possibilità di interazione e apprendimento.
La scuola ha una grande responsabilità e potenzialità enormi nel poter creare migliori condizioni di formazione e
la tecnologia, se correttamente utilizzata, potrà essere sicuramente
un valido supporto per agevolare i processi educativi e abbracciare la tanto anelata trasformazione digitale anche in questo settore.
*Regional Sales Manager di PFU Italia