Non si ferma la protesta degli oltre 190 lavoratori di
Fujitsu Technology Solution dopo che i vertici aziendali hanno comunicato ai dipendenti e alle organizzazioni sindacali l'intenzione di
chiudere le attività italiane a partire dal mese di aprile e contestualmente avviare la procedura del licenziamento collettivo.
“Fujitsu - sottolinea il segretario generale della Fim Cisl milanese, Christian Gambarelli - nonostante un utile in attivo, nonostante nuove opportunità di business, ha deciso di abbandonare il Paese. Duecento persone sono a rischio per colpa di scelte irresponsabili. Chiediamo subito un tavolo di confronto al
ministero dello Sviluppo economico per cambiare questa strategia sciagurata e dare prospettive ai lavoratori”.
Da fonti vicine all'azienda viene riportato che secondo i piani aziendali la presenza diretta di Fujitsu verrà concentrata solamente in alcuni specifici paesi mentre negli altri, tra cui l'Italia, è prevista un'uscita graduale con il passaggio di tutte le competenze logistiche e di supporto tecnico-commerciale ai distributori ufficiali di Fujitsu.
In attesa di ulteriori sviluppi i lavoratori di Fujitsu hanno deciso di tenere nei prossimi giorni un presidio presso il consolato giapponese.
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