Nel terzo trimestre 2018 gli
investimenti in hardware per le
infrastrutture cloud hanno superato di poco la spesa per l'IT tradizionale: lo dice
IDC, secondo cui nel trimestre considerato le vendite di server, storage enterprise e switch Ethernet per i datacenter dei cloud provider hanno mosso circa
16,8 miliardi di dollari. La cifra, che comprende sia il fatturato dei vendor sia il markup del canale, rappresenta una crescita anno su anno del 47 per cento e soprattutto un simbolico
50,9% della spesa infrastrutturale complessiva.
Nel 2019 c'è da mettere in conto un
rallentamento fisiologico della crescita del cloud. Nei primi nove mesi del 2018 gli investimenti in infrastrutture IT da parte dei provider del cloud pubblico sono cresciuti molto, spinti dall'apertura di
nuovi datacenter e dai refresh tecnologici di quelli già esistenti. A questo punto una frenata è quasi inevitabile, spiega
Natalya Yezhkova, research director di IDC: "
Ci aspettiamo qualche rallentamento, man mano che il mercato in generale si calma e alcuni cloud provider provvedono ad aggiustamenti della loro supply chain".
Il
sorpasso definitivo del cloud ai danni dell'IT tradizionale è comunque inevitabile, data la continua crescita degli investimenti nella "nuvola" e il rallentamento di quelli convenzionali. IDC prevede ad esempio che la spesa infrastrutturale per il cloud ammonterà a 65,2 miliardi di dollari per il 2018 e di 88,6 nel 2022. A quel punto il cloud rappresenterà la
sensibile maggioranza (57,6 percento) della spesa IT complessiva.
Esaminando più in dettaglio gli investimenti infrastrutturali per il cloud, si nota che il cloud pubblico mantiene e persino accresce il suo
vantaggio sul cloud privato. Nel terzo trimestre il primo ha generato investimenti per 12,1 miliardi di dollari contro i 4,7 del cloud privato.