Tech Data scommette su StreamOne, la piattaforma cloud per il canale

Al Tech Data Channel Summit 2019 va di scena StreamOne, la piattaforma cloud del distributore che a livello mondiale fa leva su un team di sviluppo di oltre 70 persone,  un investimento annuo di decine di milioni di dollari, più di 800 partner  attivi, centri di eccellenza con servizi di help desk di 2-3 livello, nuove feature ogni 15 giorni. In Italia il VAD mette in campo architetti cross brand incentivati sul disegno di soluzioni cloud, 15 risorse per il canale, profili presales e di delivery

Autore: Barbara Torresani

Il cloud che prende forma e sostanza è stato una delle direttrici portanti dell’evento Tech Data Channel Summit 2018, tenutosi di recente nella cornice del Lago di Garda: un cloud concepito per i partner con il distributore che asseconda una logica di soluzioni di ecosistema.
Nel nuovo modello organizzativo impostato da Tech Data, oggi la componente Software si coniuga con quella Cloud, con le soluzioni di prossima Generazione come AI, Machine Learning,… mettendo al centro StreamOne, la piattaforma cloud (marketplace) di provisioning e fornitura software. Attorno a questo modello primario di fruizione si costruisce l’ecosistema di soluzioni di ISV, Managed Service Provider e VAR  in cui a tendere i partner diventano l’anello più strategico, il vendor del futuro, cuore della proposta collaborativa.
"Un modo diverso di fare  business, incentrato sul paradigma cloud", spiega Vincenzo Bocchi, One Software and Next Generation Technologies Director, Tech Data Italia.

Bisogna intendersi sul concetto di marketplace però: "Non è cosa da tutti – dice Bocchi. Per Tech Data non è un sistema di front end né la gestione di un workflow ma un layer di commercio da integrare con quello dei provider cloud; un sistema di gestione della fatturazione così come di gestione del ciclo di vita di un’offerta cloud di vendor diversi, che per essere utilizzato al meglio chiede di modificare il modo di fare le transazioni software".
Un modello di business che diminuisce il potere del vendor a discapito di quello dell’ecosistema: “Non è più il vendor a dettare le regole, occorre andare a prendere il meglio dai diversi fornitori per massimizzare la capacità di ingaggio sul cliente e portare una soluzione adatta al mercato. E in questo senso ci sono acceleratori tecnologici di nuova generazione come l’IoT, AI e le blockchain”.

StreamOne in azione
A livello mondiale StreamOne conta su un team di sviluppo di oltre 70 persone, un investimento annuo di qualche decina di milioni di dollari, 800 partner attivi di cui circa 200 per la parte infrastrutturale, centri di eccellenza che forniscono  servizi di help desk di 2-3 livello, nuove feature ogni 15 giorni. Oltre a ciò in Italia Tech Data mette in campo architetti cross brand, incentivati sul disegno di soluzioni cloud e non su singolo vendor, 15 risorse per il canale, profili presales e delivery. Tra i vendor più attivi ingaggiati nel Belpaese ci sono AWS, Ibm e Microsoft.

Vincenzo Bocchi, One Software and Next Generation Technologies Director, Tech Data Italia.
In concreto, StreamOne opera sulla parte front end per offrire un’offerta di soluzioni sempre più ampia sul modello di soluzioni ibride e per gestire la parte di back end e di fatturazione. La piattaforma può essere utilizzato dai partner come elemento di generazione ed esposizione di offerte cloud ai clienti attraverso API standard piuttosto che come servizio ‘as a service’ che il partner ‘acquista’ per esporlo ai clienti nella modalità di ‘technology as a service’. Su di esso quindi è possibile mettere a catalogo soluzioni di terze parti in modo semplice e flessibile oppure integrarsi con la piattaforma utilizzandola come marketplace internazionale per portare la propria soluzione specifica sul mercato.
Nel 2019 StreamOne evolverà nella logica di piattaforma digitale sviluppata su capacità costruite per l’ecosistema, modelli n tier, self service, API e Reporting, nel quale il valore più importante è quello del passaggio da ‘catalog mode’ a quello di vendor ’self service on boarding’ in modo automatizzato”, conclude Bocchi.

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