HPE Discover 2018 (qui la diretta live da Madrid), in mezzo
agli importanti annunci in ambito hybrid cloud,
memory driven computing e intelligenza artificiale (
con l’acquisizione di BlueData comunicata proprio qui)… in mezzo ad un’area expo senza precedenti… in mezzo a tutto questo come sempre e da tradizione il centro di gravità permanente è stato il key note di
Antonio Neri, Ceo di HPE, entrato in cabina di regia della multinazionale americana, manco a dirlo, proprio un anno fa qui a Madrid nel corso di un emozionante sessione in coabitazione con l’allora Ceo Meg Whitman. Neri, come da tradizione e in linea perfetta con il suo DNA molto pragmatico e di manager profondamente tecnologico ha puntato dritto e con energia verso la trasformazione digitale e, in particolare, verso gli strumenti che HPE sta mettendo nelle mani delle imprese per andare in direzione di quella che è “l’enterprise del futuro”.
HPE Discover 2018, Neri «Ecco i pillar per l’impresa del futuro, non ci sono altre strade possibili»
«Per essere veramente digitale, davvero competitiva, innovativa ma soprattutto per cogliere le incredibili opportunità che i nuovi strumenti tecnologici mettono a sua disposizione – ha spiegato Neri - l’enterprise del futuro deve e dovrà essere necessariamente costruita intorno all’edge computing, ovvero intorno alla capacità di portare intelligenza e potenza di calcolo non solo nel Data Center centrale ma su tutta la geografia dell’infrastruttura di rete, (dove le decisioni devono essere prese in tempo reale)».Un tema, l’edge, particolarmente caro a Neri che, a poche settimane dal suo insediamento aveva infatti annunciato che HPE avrebbe investito 4 miliardi di dollari in edge computing.Detto fatto, qui a Madrid proprio l’edge è stato al entro di ogni sessione. «Le decisioni, le strategie vanno decise ovunque la tecnologia viene messa in azione – ha raccontato Neri – dal “bordo” esterno di una rete fino al data center, la capacità di gestire le informazioni, elaborarle, muoverle dovrà essere sempre più la stessa. Questo è il songo dell’edge computing che diventa realtà» «Il secondo pillar è il data driven – ha spiegato il manager – ed è forse il più importante. Vuol dire farsi guidare dai dati che dovremo essere capaci di creare, calcolare, analizzare e mettere a disposizione del mercato in cui operiamo. Per farlo HPE si sta muovendo con forza verso il memory-driven computing, verso l’intelligenza artificiale, il machine learning, i big data…
Lo stiamo facendo come produttori di soluzioni ad hoc ma anche come business case, come caso utente che queste tecnologie le utilizza per migliorare i propri processi, soluzioni, idee e i risultati sono straordinari».
HPE Discover 2018, neri, «Il cloud journey? Non parliamo di viaggi o destinazioni ma di esperienze»
Ultimo ma non ultimo dei tre pillar su cui Neri intende costruire la sua idea di impresa del futuro da mettere poi a disposizione di clienti e partner, è ovviamente il cloud computing. «Troppo spesso – ha spiegato il manager con grande enfasi – sento parlare di cloud journey e di destinazione… il cloud non è nulla di tutto questo. Parliamo invece di una esperienza, di un ambiente che circonda tutte le imprese e le abilità a fare cose prima impensabili grazie a scalabilità, velocità e ovviamente servizi a consumo. Tutto sarà “as a service”, questa è la chiave di volta per comprendere la trasformazione dei nostri clienti finali ma anche dei nostri partner di canale che, di conseguenza, dovranno trasformare modelli di business, organizzazioni interne, competenze…»
«La nostra strategia è quella di accelerare la tua trasformazione dall’edge al cloud, aiutandoti a connettere tutti i tuoi dati, tutti i tuoi “edge” tutte le geografie della tua rete, tutte le tue nuvole, ovunque. Per farlo, dobbiamo costruire ambienti ibridi in cui permetteremo a imprese e partner di muovere, gestire, spostare carichi di lavoro, dati, processi, applicazioni, come se fosse un unico e semplice ambiente di lavoro»