Si respira aria di innovazione nel
data center di Elmec Informatica a Brunello alle porte di
Varese. E’ qui che il
laboratorio di innovazione di Hewlett Packard Enterprise – il progetto
HPE Innovation Lab avviato nel 2017 lungo il territorio italiano a casa dei partner - ha posto le sue basi per abilitare gli scenari di
trasformazione digitale dei clienti. Un progetto quello in collaborazione con Elmec che fa leva una
partnership solida, lunga oltre 35 anni, fatta di fiducia e allineamento strategico.
Stefano Venturi, Corporate VP e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise Italia e Rinaldo Ballerio, Presidente di ElmecE’
Rinaldo Ballerio, Presidente di Elmec a fare gli onori di casa all’
inaugurazione lo scorso novembre:
“Siamo molto orgogliosi di inaugurare questo laboratorio di innovazione con HPE nel nostro data center costruito con un pizzico di incoscienza e grande entusiasmo, curato nei minimi dettagli tecnici, estetici ma anche emotivi per trasmettere il valore dell’affidabilità degli impianti e al contempo realizzare l’ambizione di un’infrastruttura tra le migliori in Europa, a testimonianza del lavoro fatto dall’azienda dal 1971 con impegno, devozione e passione. Un’azienda locale fortemente radicata sul territorio dove occupa un’ampia area con la parte tecnologica costituita da un data center primario e uno secondario ma anche dal respiro internazionale con il 15% del fatturato derivante dall’estero. Una realtà Glocal – locale e al contempo globale – che investe fortemente sui talenti”. Gli fa eco
Stefano Venturi, Corporate VP e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise Italia: “
Qui a casa di Elmec si respira innovazione, sia nella strategia generale sia in ogni singolo momento e angolo aziendale. E’ un sistema innovativo a tutto tondo, in cui oggi si colloca l’apertura del laboratorio congiunto”. Venturi racconta il percorso di evoluzione di HPE degli ultimi periodi ponendo un focus particolare sull’
innovazione tecnologica e il valore dei partner:
“Oggi HPE è un'azienda di altissima tecnologia focalizzata su Hybrid IT e Intelligent Edge con la componente di servizi tecnologici a contorno, libera di lavorare con i propri partner che aggiungono valore alle tecnologie stesse, creando nuove categorie di prodotto prima non esistenti.” Venturi cita come esempio il progetto a lungo termine dalla forte carica innovativa
‘The Machine’ che prevede il ridisegno dei computer:
“E’ una rivoluzione copernicana: da architetture attuali Cpu centriche con le memorie che fungono da periferiche al paradigma del memory driven computing, che rovescia il precedente mettendo la memoria e i dati al centro e le Cpu alla periferia. Un cambiamento radicale che stravolge totalmente il modo di allocare le risorse e porta vantaggi di estrema flessibilità, facendo compiere passi avanti enormi nell’analisi di big data e nella correlazione di eventi, favorendo la flessibilità di sviluppo di nuove applicazioni e facilitando il cloud computing. HPE trasferisce queste invenzioni tecnologiche nelle realtà viva delle aziende portandole dentro i cicli produttivi e portando vantaggi tangibili – di costi e di business, il tutto attraverso i partner con cui innova come Elmec in una sede che simboleggia l’innovazione, dove trasformare le idee in valore per i clienti privati e pubblici.” Il progetto HPE Innovation Lab: tecnologia a km 0 dai partnerHPE Innovation Lab è un
progetto italiano che la stessa Meg Whitman, Ceo di HPE fino al prossimo gennaio, ha elogiato nel corso dell’evento dedicato a partner e clienti lo scorso giugno a Bologna:
un investimento di oltre 10 milioni euro nel 2017 per aprire circa una ventina di laboratori sul territorio (15 presso i partner e 4 dai distributori) al fine di abilitare
l’impresa 4.0 che grazie al digitale si trasforma diventando più competitiva:
“Un progetto che porta la tecnologia vicino ai clienti e si realizza solo se le tecnologie vengono amalgamate ed esaltate in un laboratorio di ecosistema – composto da vendor, partner, università, aziende del territorio e partner tecnologici. Un programma attraverso cui vogliamo portare l’adrenalina dell’innovazione nei vasi capillari dell’Italia per favorirne il Rinascimento digitale, aiutando le imprese ricostruire facendo le cose in modo diverso”, rimarca Venturi.
Dettaglia il progetto
Paolo Delgrosso, HPE Channel, Service Provider,SMB Sales Director: “
Per HPE è fondamentale avere partner tecnologici che sviluppano tecnologie sul territorio nazionale, sposando la logica della prossimità al cliente. In particolare, quello di Elmec, partner Platinum, è un progetto ancora più esteso, perché non è solo un chilometro zero fisico ma anche virtuale in grado di offrire servizi in tutta Italia. Il fatto di disporre di un data center Tier IV è una facility non indifferente che aumenta il vantaggio competitivo, consentendo di passare velocemente dal test alla produzione”.Elmec e HPE: partnership ultratrentennale che sfocia nel laboratorio dell’innovazioneMarco Lucchina, CTO e Business Director, Elmec Informatica, racconta il
valore competitivo messo in campo dal
Managed Service Provider che grazie alle proprie competenze specialistiche gestisce la complessità delle infrastrutture e racconta il conubbio Elmec-HPE, una relazione che dura da oltre 35 anni sulla quale sono stati fatti molti
investimenti congiunti. In particolare, guardando all’ultimo biennio Lucchina ne cita due. Il primo è
ElmecforEdu, un accordo siglato con 35 enti di istruzione al fine di fare formazione continua – possibilmente in azienda e direttamente sulle macchine. In questa logica un progetto in collaborazione con HPE riguarda la creazione di un
ambiente Openstack – framework open source che abilita la possibilità di avere idee, scrivere codice, sviluppare applicazioni nel mondo ‘open’ secondo le più moderne metodologie ‘agile’- che ha portato alla creazione di una piattaforma messa a disposizione di alcune università. L’altro riguarda
un’infrastruttura molto innovativa multitenatent per il database Sap Hana di dimensioni enterprise, con caratteristiche di elevate performance e di business continuity. Sulla base di questi due progetti è stato innestato il progetto HPE Innovation Lab di Elmec:
“Invece di creare solo un laboratorio abbiamo pensato di mettere un laboratorio in produzione: significa che queste infrastrutture sono tutte costruite con il concetto di multitenant. Una di queste opzioni è stata è stata assegnata al progetto HPE Innovation Lab”, dichiara Lucchina.
Nello specifico, nel data center Tier IV, certificato per avere la resilienza più alta possibile con circa 2,5 MW di potenza, in grado di garantire
99,999 di uptime e un massimo 8 minuti di fermo l’anno con
impianto a raffreddamento (che utilizza la tecnica della torre per raffreddare l’aria calda generata da storage e server)
Elmec ha sviluppato con HPE una Platform as a service, un’infrastruttura condivisa multitenant su hardware certificato HPE completamente ridondata, che offre disaster recovery e business continuity, funzionalità enterprise a ogni singolo tenant, con una scalabilità non solo lineare ma anche logaritmica. Un investimento che permette ad Elmec di
supportare i clienti in un momento di transizione molto importante, consentendo loro di preservare gli investimenti on premise migrando però verso scenari tecnologici nuovi e innovativi, con capacità
cloud–ready: “Il fatto offrire infrastrutture on premise in cui si introducono standard legati al Public Cloud è fondamentale per mantenere le stesse capacità e le stesse personalizzazioni portandole in un ambiente più scalato e ridondato che ha le potenzialità di disaster recovery e backup & restore”, messa in campo oggi offre la componente database in memory Sap Hana al fine di rispondere alla necessità di molte aziende italiane di accedere alle informazioni in modo sempre più rapido; entro fine anno/primavera 2018 ci sarà un altro database as a service in produzione basato su tecnologia Microsoft SQL e architettura iperconvergente.
L’eccellenza industriale del territorio: i casi Omet e SidacUn laboratorio di innovazione che trova consensi positivi da parte dei clienti dei servizi di Elmec come
Omet e Sidac. Omet è un’ azienda
metalmeccanica del lecchese - con una tipologia di clienti eterogenea da piccole a grandi aziende con l’85% del fatturato realizzato all’estero - da oltre 50 anni progetta, costruisce, vende
macchinari industriali per il settore della stampa (per esempio macchinari per etichette auto-adesive per i prodotti di consumo della grande distribuzione dal costo che si aggira tra i 500 mila euro a qualche milione di euro). Come innova?
“Omet vuole essere l’eccellenza nella tecnologica proposta al mercato: meccanica, elettronica, chimica e ottica ed è stata anche premiata a livello internazionale per essere leader innovativo del proprio settore, con tecnologie che nel tempo sono diventate il ‘modo’ di costruire le macchine da stampa,” afferma
Antonio Bartesaghi, Amministratore Delegato Gruppo Omet.
“Anche nei macchinari come quelli di Omet ormai si riscontra la difficoltà a fare innovazione di prodotto - quindi stiamo spostando il paradigma dal vendere un macchinario a vendere l’utilizzo del macchinario stesso come accadde per esempio nell’auto dove si è passati dalla vendita all’affitto. Ed è in questo caso che l’informatica può fare la differenza diventando opportunità e strumento per favorire questo passaggio. L’approccio di chi costruisce le macchine per garantirne il servizio deve necessariamente cambiare; anche chi ha sempre venduto il prodotto fisico deve capire l’opportunità che può dare ai clienti anche internazionali di utilizzare i macchinari in modo molto diverso. E’ un paradigma non semplice, ma da fare inevitabilmente”.
Sicad è una realtà internazionale nata nel 1972, costituita da sette aziende operante in Italia e estero con 800 dipendenti e 230 milioni euro di fatturato, operante nel mercato della produzione del
packaging e del labeling (
nastri autoadesivi e bioadesivi), che negli ultimi anni ha avuto l’esigenza di
diversificare, e per farlo ha scelto la tecnologia IT che ha consentito all’azienda di attuare una trasformazione profonda, basata sulla piattaforma Sap for Hana che ha richiesto un’infrastruttura molto complessa sviluppata con Elmec.
“Una trasformazione che ha previsto il passaggio dall’avere sistemi tutti in casa a un’infrastruttura molto potente basata nel data center Elmec, con alta scalabilità dei sistemi per garantire maggiore efficacia nell’intervenire sulle risorse e crescere con nuovi servizi. Il sistema già in produzione, nel percorso di implementazione ha richiesto l’aggiunta di risorse e servizi e tutto ciò è stata possibile grazie alla tecnologia messa in campo che ci ha permesso di agire in modo molto rapido e quindi stare al passo del progetto che si completerà nella primavera”, racconta
Dario Turconi, ICT Director.
“Per un’azienda che si prefigge di stare al passo col mercato e continuare a essere competitiva a livello internazionale servono velocità, scalabilità ed efficienza, tutti elementi che abbiamo sperimentato direttamente e li abbiamo apprezzati nella partnership con Elmec. Non eravamo abituati fino a poco tempo fa a reagire ai cambiamenti in modo così tempestivo. Elemento differenziante anche l’affidabilità dei sistemi, in cui noi crediamo molto per pensare ai passi successivi di sviluppi tecnologici e del business. Grazie a tutto ciò Sicad sta portando avanti un progetto di innovazione a tutto tondo, non solo industriale, ma tecnologico e anche culturale dell’azienda che ha sempre pensato di poter gestire in casa i propri servizi ma a fronte di questa spinta propulsiva del mercato si è appoggiata a realtà come Elmec”.L
’innovazione come visto è l’arma vincente di queste aziende:
Omet per esempio ha sviluppato un sistema di '
smart glasses', che funge da elemento di interconnessione fisica istantanea tra un operatore che lavora sull’impianto del cliente e la sede Omet. In questo senso la remotizzazione dei dati deve essere veloce e di qualità.
“Non possiamo permetterci di avere operatori in ogni sito dei clienti nel mondo e quindi dobbiamo utilizzare strumenti per riuscire ad avvicinare le distanze e dare risposta immediate quando necessarie. Gli smart glasses ci permettono di presenti con i nostri occhi laddove non ci siamo fisicamente e interloquire in tempi immediati con il nostro braccio operativo a fianco del macchinario per migliorare efficienza del prodotto industriale. L’operatore del macchinario infatti non solo controlla tutto ciò che succede nell’impianto ma è anche in grado di interloquire remotamente con l’owner della macchina e capire cosa sta succedendo nell’impianto laddove si presentino dei problemi al fine di intervenire tempestivamente affinché il macchinario possa essere regolato e la qualità della produttività resti la più elevata possibile".