Gianpaolo Sticotti, nel ruolo di
Channel Director, oggi guida in Italia lo sviluppo del business dell’
azienda belga Awingu, fondata nel 2011 da un gruppo di capitani di industria, che vanta tra i principali investitori Proximus, primo telco provider belga, al contempo cliente e partner. Un nome noto nel panorama IT quello di
Sticotti – con ruoli manageriali in Microsoft e CA Technologies, approdato a questa
nuova avventura lo scorso primavera. Awingu è una
novità per il mercato italiano (da circa un anno è
distribuita in esclusiva sul territorio da Tech Data,
ndr), la cui
bontà tecnologica non è però sfuggita a Gartner che per il secondo anno consecutivo l’ha classificato come vendor
‘cool’ nel ruolo di ‘workspace aggregator’. Nello specifico
Awingu semplifica la mobilità degli utenti senza interferire o modificare l'attuale modo di gestire l'ambiente IT attraverso un
software capace di aggregare le applicazioni e i file aziendali in un unico spazio online sicuro a cui si può accedere con
ogni dispositivo, sistema operativo o browser. Il concetto risponde a quello dello posto di lavoro digitale del futuro nella logica dell’‘
unified workspace’ . Gianpaolo Sticotti, nel ruolo di Channel DirectorUn’appliance software per l’Unified WorkspaceUn nome curioso quello dell’azienda:
‘wingu’ deriva dallo svahili nuvola e la ‘a’ davanti aggiunto per questione di ordinamento. Attenzione però:
non è una soluzione cloud, ma un’appliance software installabile on premise o sul cloud. La
tecnologia in questione –
snella e semplice con un’interfaccia molto intuitiva -
non installa nulla sul client e non ha bisogno di nessuna specifica caratterizzazione di questo: abbraccia a tutto tondo il tema del
Byod – Bring your own device, o meglio del
Cyod – Choose your own device -
sollevando l’IT manager da una serie di problematiche di gestione e amministrazione (installazione driver, configurazione, manutenzione, gestione, …). Lato client non impone nessuna specifica caratteristica del device, del sistema operativo o della piattaforma;
unica condizione richiesta: essere compatibile con un browser Html 5 (e questo è il legame con la nuvola come espresso nel nome). Analogamente lato server:
“Awingu è in grado di fare tutto ciò che rientra idealmente all’interno del workspace: il fatto di lavorare da remoto non è una novità, ma la caratteristica distintiva di Awingu è quella di mettere tutto all’interno di un unico workspace, garantendo la compresenza fluida e integrata di file e applicazioni e il single sing on, facendosi carico del meccanismo del riconoscimento delle credenziali verso i differenti servizi (Office 365, salesforce, …) e facendolo con una tecnologia sicura: Ssl, con crittografia e autenticazione a due livelli (multifactor authentication). L’appliance si installa su una macchina virtuale e dal punto di vista architetturale si mette ‘vicino’ alle applicazioni che girano on premise, piuttosto che su un data center di un service provider o sul cloud, sia esso Microsoft, Aws o Ibm.
"E non usa VPN, un altro mal di testa degli IT manager”, sottolinea Sticotti.
All’interno del framework Awingu vi sono
feature di integrazione e condivisione di file e applicazoni; molto
apprezzata la capacità di fare stampa in locale e quella di
gestire la retro compatibilità, relativa all’aggiornamento alle più recenti tecnologie, fungendo da soluzione ponte nei processi di migrazione del parco macchine verso nuove tecnologie.
“E’ inoltre una soluzione molto integrata con il cloud Microsoft: l’affinità tra le aziende è tale che Microsoft raccomanda Awingu come soluzione Saas di replacement della tecnologia RemoteUp di Azure, apprezzando il fatto di essere un modo semplice e facile per portare applicazioni e soluzioni sul cloud “, racconta.
Pmi e dintorniAwingu potrebbe essere considerata u
n’alternativa innovativa e ‘smart’ a soluzioni blasonate come per esempio quella di
Citrix, perché
più leggera dal punto di vista architetturale e molto più economica (7 euro al mese per utente concorrente), adatta per un taglio di
aziende Pmi, anche se può ben figurare in realtà aziendali di taglio più elevato con necessità spinte di mobilità e di accesso alle applicazioni da remoto.
La soluzione trasversale apiù settori, è oggi particolarmente adatta in
ambito ospedaliero per rispondere alle esigenze di mobilità di equipe eterogenee con alto turnover, e più in generale nell’
ambito medicale dove le informazioni sono molto sensibili:
“Se il dispositivo viene sottratto al proprietario nulla resta su di esso”, dice Sticotti, nonché nel
mondo universitario dove c’è una forte necessità di personalizzazione del workspace. Ma la soluzione è
adatta per molteplici contesti: per le organizzazioni che hanno una
vasta gamma di applicazioni legacy al fine di consentire l’accesso da più dispositivi, per le aziende che si avvalgono di personale esterno cui delegano l’esecuzione di attività sui propri sistemi consentendo loro l’accesso: la soluzione Awingu consente di
monitorare le attività svolte e l’accesso può essere effettuato da ogni dispositivo personale senza preoccupazione per le policy di sicurezza.
Cercasi partner
E così, in pochi anni dalla nascita
l’azienda ha esteso il proprio raggio d’azione spingendosi in altri paesi europei (Paesi Bassi, Uk, Francia, Italia, a breve anche in Germania) ma
anche oltreoceano in Usa e guarda all’apertura in Australia. Attualmente conta un
team di oltre 40 persone con una decina di posizioni aperte, con
figure centralizzate di marketing, prevendita e supporto tecnico. A guidare i differenti Paesi la scelta aziendale di avere profili con un elevato livello di ‘seniority’, in grado di indirizzare a tutto tondo lo sviluppo del mercato, facendo leva su un
modello di go-to-market indiretto. “E’ un’azienda che crede molto ai partner, che a cui delega lo sviluppo sul territorio", dichiara Sticotti. Il modello a due livelli prevede in Italia
Tech Data come distributore esclusivo: in un anno di operatività ha effettuato un buon lavoro di preparazione del canale agendo su un
numero di partner al di sotto della decina. Da parte sua Sticotti, fortemente motivato a favorire l’
affermarsi del brand nel Belpaese, sta lavorando con i partner – ne ha fisicamente incontrati oltre una sessantina – portando a bordo quattro realtà, con l’obiettivo di
reclutarne almeno 10 entro l’anno (anche ISV).
Le attività fervono in questo senso: oltre all’
avvio dei primi corsi tecnici lo scorso luglio, Sticotti in affiancamento al distributore sta organizzando
laboratori in aula, ed effettua Poc su partner e clienti. Ai partner è
dedicato un programma di canale che risponde ai requisiti standard, proponendo un
processo snello di generazione di offerte e
margini molto interessanti: “
Riconosciamo margini che vanno oltre il 30%”, sottolinea Sticotti, che
sollecita i partner ad abbracciare Awingu:
“Provare per credere: l'Unified Workspace è qui ed è alla portata di tutti”.