Windows 10, a quasi due anni dal debutto, risulta installato su circa il 10% dei Pc aziendali (desktop e portatili) E' quanto emerge dalle statistiche prodotte dalla società texana
Spiceworks che tengono conto del solo universo Microsoft, escludendo dalla statistica i client macOS e Linux.
Un risultato che potrebbe sembrare non eccelso di fronte allo schiacciante 69% di Windows 7 e al più piccolo ma ancora più eclatante 14% di Windows Xp, piattaforma ormai non più supportata e ufficialmente etichettabile come obsoleta.
La marcia di Windows 10 in campo business, tuttavia, procede a un ritmo soddisfacente per almeno un paio di motivi. Il confronto con il predecessore parla da sé: a un anno e mezzo dal lancio, Windows 8 si limitava a presenziare sul 5% dei Pc aziendali.
Vanno inoltre considerate le resistenze e le difficoltà, sia di tipo economico sia tecnologico (aggiornamenti di drive, di applicazioni e talvolta di hardware) con cui le aziende si scontrano dovendo migrare l'intero parco macchine verso sistemi operativi più recenti. E quindi non ci si deve stupire se invece nel più ampio mercato consumer Windows 10 può già vantare un 25% di penetrazione, secondo i dati di Net Applications.
Lo stupore, semmai, andrebbe riservato alla tenacia di Xp, ancora radicato nel 14% delle macchine aziendali nonostante da ben tre anni Microsoft abbia interrotto per questa versione il supporto e il rilascio di aggiornamenti (inclusi quelli di sicurezza). Il quadro appare ancora più preoccupante se si conteggiano non i singoli Pc, ma le aziende in cui le diverse versioni della piattaforma di Microsoft sono ancora presenti, fosse anche su un solo terminale. Ebbene, i tassi di penetrazione così ricalcolati assegnano a Windows 10 un buon 54% (ovvero più di un'organizzazione su due utilizza almeno un Pc con a bordo questa versione), al predecessore 8 un 38%, a Seven un 87% e a Xp un corposo 52%.
Viene spontaneo chiedersi – e
Spiceworks lo ha fatto – se non esistano preoccupazioni di sicurezza fra le aziende ancora legate all'obsoleta versione. Ebbene, su oltre 450 professionisti It intervistati,
l'88% si è detto preoccupato dell'utilizzo di un prodotto software non più supportato dal fornitore, e dunque tale ammissione, palesemente in contrasto con la persistenza di Xp, suggerisce che vi siano degli ostacoli materiali alla migrazione. La consapevolezza del rischio c'è, insomma, ma evidentemente non è sufficiente per passare all'azione.
Infine il 68% degli intervistati, inoltre, ha espresso preoccupazioni sull'assenza di future patch di sicurezza per sistemi operativi come Vista e Xp, con conseguenze come la maggiore esposizione ai cyberattacchi (segnalata dal 45%) e ai malware (43%), o ancora il rischio più accentuato che si verifichi una fuoriuscita di dati sensibii (34%). Oltre ai problemi di sicurezza, altri crucci riguardano la difficoltà di gestione dei software datati e la mancata compliance.