Per affrontare con successo le sfide dei prossimi anni
Intel ha ampliato i propri orizzonti verso il Cloud, i Big Data e l’Internet of Things.Bisogna infatti ricordare che secondo gli analisti quasi tre aziende su quattro sono interessate allo sviluppo dei Big Data e dell’IoT, le nuove tecnologie che consentono di ridurre i costi operativi e migliorare l'efficienza del business. Come ha ricordato
Maurizio Riva, nuovo Country Manager di Intel Italia, “gli esperti stimano che entro il 2020 il mercato dell’IoT raggiungerà 151 miliardi di dollari, mentre il numero totale di dispositivi connessi arriverà a 50 miliardi. All’interno del vasto mondo dell’Internet delle Cose, intendiamo concentrarci sui principali settori di crescita come quello industriale, quello retail e i veicoli a guida autonoma”.
Riva ha poi ricordato che in Italia vi è un ampio tessuto industriale, costellato di individualità imprenditoriali creative e di piccole e medie imprese attive specialmente nel settore manifatturiero che lo rendono il secondo paese industriale-manufatturiero d’Europa, dopo la sola Germania. L’impegno di Intel è quello di fornire gli strumenti per approfittare delle nuove opportunità che la digitalizzazione sta aprendo, grazie anche al supporto di partner provenienti da diversi ambiti
Ed è proprio in quest’ottica che durante il Summit è stato dato spazio ad alcuni partner strategici, e più precisamente ad Aruba, Microsoft, Seco e Texo.
Aruba, nome ormai noto anche al grande pubblico, è diventato il più importante service provider italiano. Nato nel 1994 ad Arezzo come fornitore di servizi di hosting, nel 2005 ha iniziato ad espandersi all’estero con l’acquisizione di Forpsi, azienda leader nella Repubblica Ceca. Tra gli altri passi importanti ricordiamo l’ingresso nel mercato delle smart card, in quello Banking e Finace, e l’accreditamento AgID come gestore dell’identità digitale per il sistema SPID. Molto interessanti i numeri della leadership, Aruba infatti gestisce 2,1 milioni di domini, 4,1 caselle PEC e 31.000 server. Per offrire soluzioni sempre più complete sta per inaugurare un nuovo data center a Ponte San Pietro (BG) su una superficie di ben 180.000 metri quadrati.
Aruba nei data center utilizza tecnologie Intel poiché garantiscono benefici in termini di prestazioni in ambienti virtualizzati oltre a una sensibile riduzione dei consumi energetici.
Roberto Andreoli, Director of Cloud Enterprise Business Group di Microsoft, ha spiegato che in un mondo in cui il numero di dati disponibili diventa sempre più imponente grazie al crescente numero di dispositivi connessi, è importante poter estrapolare velocemente le informazioni necessarie. Per questa ragione Microsoft sta investendo moltissimo in data center che garantiscono agli utenti capacità elaborative e di storage praticamente illimitate.
Gianluca Venere, Director of Global Sales & Chief Strategy Officer, ha ripercorso la storia di SECO, azienda che sviluppa soluzioni hardware fin dal 1979, ricordando il PC Ellipse del 1999 segnalato per lo SMAU Industrial Design Award, il modulo Qseven con l’Atom series Z5XX del 2009 e il recente lancio di UDOO X86 su Kickstarter che ha raggiunto i primi 100.000 dollari in sole 7 ore. Attualmente l’azienda vanta un ricco catalogo di schede per l’industria basate su componenti Intel.
TEXA, acronimo di Tecnologie Elettroniche x l’Automotive, è un’altra storia di successo italiana. Fondata nel 1992 da Bruno Vianello e Manuele Cavalli, è oggi leader mondiali nella progettazione di strumenti diagnostici multimarca, analizzatori per gas di scarico, stazioni per la manutenzione dell’aria condizionata e dispositivi per la telediagnosi. Partita con dieci dipendenti, l’azienda con sede a Monastier (TV) vanta oggi circa 600 dipendenti con un’età media di soli 33 anni, tra cui oltre 100 ingegneri e specialisti impegnati nell’ambito della ricerca e sviluppo. Innovazione e ricerca sono da sempre la linea guida che le hanno consentito di ottenere risultati significativi. La sfida attuale di TEXA è rappresentata dal mondo dei veicoli connessi e dall’IoT. In questo ambito nel 2015 è nato TEXA CARe, uno strumento miniaturizzato che permette alle officine di monitorare a distanza il funzionamento dei veicoli e che dialoga con lo smartphone dell’automobilista, richiedendo automaticamente l’invio di soccorsi in caso di incidenti.