Pagamenti imprese, solo il 17 percento incassa nei tempi giusti
La ricerca del Centro Studi della CNA rivela come, per il 77% delle imprese, non sia cambiato nulla con la nuova normativa. Solo il 43% del campione, infatti, fissa il termine di pagamento a 60 giorni (come previsto dal nuovo dispositivo) mentre il 57% dei contratti continua a porre termini di liquidazione degli importi dovuti superiori ai 60 giorni. Quasi il 90% delle imprese, comunque, non applica gli interessi di mora o altre forme di rivalsa nei confronti dei clienti inadempienti.
Autore: Redazione ChannelCity
Inutile. Un buco nell’acqua. Tale si è dimostrata la normativa, entrata in vigore il primo gennaio in attuazione del Dlgs 192/2012, che recepiva la direttiva europea sui pagamenti alle imprese e, sulla carta, avrebbe dovuto velocizzarli. Invece, quattordici mesi dopo, la situazione è addirittura peggiorata. Lo dimostra una ricerca del Centro Studi della CNA dedicata a “I pagamenti fra imprese”. Dalla quale emerge, in particolare, che l’87% delle imprese segnala un peggioramento delle condizioni di pagamento dopo l’introduzione della nuova disciplina. Eppure, i ritardati pagamenti rappresentano uno dei fattori negativi che, in misura maggiore, hanno accentuato la portata della crisi. In più occasioni, infatti, imprese dal fatturato significativo sono state costrette alla chiusura dai mancati incassi (e dalla parallela stretta creditizia) che hanno reso impossibile il pagamento di retribuzioni, forniture, utenze, adempimenti tributari. Per la stragrande maggioranza, si tratta di piccole imprese che forniscono beni e servizi alle aziende maggiori, alla grande distribuzione, alla Pubblica amministrazione. Condotta tra 300 imprese associate alla Confederazione (attive nel manifatturiero, le costruzioni, l’impiantistica, i servizi e l’autotrasporto), l’indagine analizza un campione altamente rappresentativo del sistema produttivo italiano. Nel dettaglio, la ricerca del Centro Studi della CNA rivela come, per il 77% delle imprese, non sia cambiato nulla con la nuova normativa. Solo il 43% del campione, infatti, fissa il termine di pagamento a 60 giorni (come previsto dal nuovo dispositivo) mentre il 57% dei contratti continua a porre termini di liquidazione degli importi dovuti superiori ai 60 giorni. Quasi il 90% delle imprese, comunque, non applica gli interessi di mora o altre forme di rivalsa nei confronti dei clienti inadempienti. Presumibilmente, perché teme di perdere il cliente, aggiungendo, di conseguenza, al danno la beffa.La situazione si riverbera sui tempi di pagamento effettivi, che rimangono molto ampi. Solo il 17% delle imprese – sottolinea la ricerca condotta dal Centro Studi della CNA – viene pagato entro i termini stabiliti nei contratti. Ma si tratta, è evidente, di termini contrattuali già allungati rispetto al passato. Appena il 13% del campione, infatti, assicura di aver registrato miglioramenti nelle condizioni di pagamento dal primo gennaio 2013 rispetto a quando la nuova normativa non era in vigore. Viceversa, l’87% del campione (con una punta del 100% nell’autotrasporto) segnala peggioramenti: dilazioni dei tempi di pagamento effettivi, aumento delle richieste di liquidazione delle fatture in più tranche, contestazioni pretestuose destinate a ritardare i pagamenti o a chiedere sconti. L’edilizia (costruzioni e impiantistica) è il settore che più degli altri ha registrato un peggioramento nelle condizioni di pagamento, a dispetto della nuova disciplina entrata in vigore il primo gennaio del 2013.
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