Ad aprile 2014 scade il supporto a Windows XP ma il longevo sistema operativo è ancora ben presente nelle Pmi, secondo i dati resi noti da Gartner e NetMarketShare.
Autore: Redazione Channelcity
Mancano ancora pochi mesi al termine posto da Microsoft per il supporto di Windows Xp (8 aprile 2014), ma ancora c’è una fetta significativa delle aziende coinvolte che non ha preso provvedimenti per risolvere il problema. Gli ultimi dati mensili di NetMarketShare rilevano come la quota del vecchio sistema operativo per Pc sia ancora attestata intorno al 30%, mentre Gartner stima che alla fine di quest’anno ancora 500 milioni di pc funzioneranno con Xp, su un totale di 1,63 miliardi di pezzi. La stessa Microsoft avrebbe l’obiettivo di portare il totale di macchine “old style” al di sotto del 10% del totale entro aprile, ma questo significa procedere a marce superforzate nella migrazione verso Windows 7 o 8, con scarse speranze di riuscirci. Secondo Gartner, le grandi aziende hanno già compiuto in larga parte i passi necessari. La percentuale globale sarebbe nell’ordine del 90% e anche in Italia l’ordine di grandezza non sarebbe di molto inferiore. Peraltro, chi non avrà ancora terminato entro il prossimo aprile la migrazione potrà comunque contare su un supporto specifico (e a pagamento) messo a disposizione da Microsoft. Il costo per il primo anno è di 200 dollari per macchina, ma dal secondo anno si sale a 400 dollari, per poi raddoppiare regolarmente negli anni a seguire. Il discorso si fa diametralmente opposto per le piccole e medie imprese, che secondo Gartner avranno, nel 15% del totale, almeno un pc su dieci ancora equipaggiato con Windows Xp nel prossimo aprile. Queste realtà hanno la tendenza a sottostimare i rischi e a posporre la migrazione, contando sulla propria agilità o pensando di non avere i mezzi per gestire il passaggio. Gartner invita le Pmi a prendere maggior coscienza del problema nel suo complesso, perché, al di là dell’obsolescenza, la fine del supporto lascerà le macchine più vecchie in balia di rischi gravi, soprattutto sul piano della sicurezza, non essendoci più gli aggiornamenti in protezione da virus o altri malware. L’analista ritiene, dunque, che la migrazione debba essere considerata oggi una priorità. Per scegliere cosa adottare, il consiglio è di identificare le applicazioni critiche e valutare l’impatto del cambiamento. L’analisi costi/benefici dovrà ispirare la decisione sulle macchine ritenute critiche per il funzionamento stesso dell’azienda.
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