In attesa che l’Internet of Things apra nuove prospettive per una rinnovata domanda di tecnologia, nella quale è implicita la componente infrastrutturale di networking, Cisco deve riuscire a preservare al meglio il core business. I risultati dell’ultimo trimestre non sono stati brillanti: fatturato a - 8 % ovvero 11,155 miliardi di dollari contro i 12,098 dell’analogo trimestre 2013. E le previsioni per il breve periodo non sono delle migliori, considerato che per il prossimo quarter ci si attende un calo di fatturato anno su anno, secondo quanto affermato dagli analisti finanziari, compreso tra il 6 e l’8%. Il 2014 è previsto essere un anno di transizione per il gigante del networking che dovrà essere in grado di assicurare nuova stabilità al core business così come riuscire a trovare sbocco su nuovi mercati, vedi IoT.
Il fatturato - largamente dipendente dall’hardware, la componente di prodotto genera più dei tre quarti del volume d’affari complessivo - ha risentito di una progressiva riduzione della profittabilità; i margini di giadagno sono andati contraendosi nel tempo fino a raggiungare oggi i livelli più bassi.
Eliminate le componenti di business non core Cisco punta a mantenere competitivo il comparto associato a swtichiing, router e unified computing. Occorre competere al meglio con la concorrenza, così come riuscire a mantenere coerente la propria offerta nei confronti delle internet companies che stanno investendo per ampliare propri data center, vedi Google, Amazon, Facebook.
Una crescita, quella infrastrutturale di nuovi data center, che non premia in tutto e per tutto la tecnologia di vendor come Cisco, considerato che, così come vale per il comparto server, anche la componente di networking viene assemblata in modo del tutto orginale da queste nuove aziende, escludendo o spesso cortocircuitando il sourcing tecnologico primaria di vendor tier one o incumbent.