Malgrado la speranzosa comunicazione apparsa
sul sito dell'operatore virtuale BIP MOBILE, coinvolto in un brutto pasticcio che ha lasciato senza servizi telefonici ben 220.000 clienti lo scorso 31 dicembre, la situazione
non è ancora giunta a una rapida conclusione ma soprattutto la vicenda apre spazi di possibili interventi da parte degli organismi di tutela dei consumatori, come per esempio, puntualizza Adiconsum, per voce del suo presidente Pietro Giordano.
"La normativa regolatoria e il Concordato preventivo cui ha fatto ricorso l'operatore virtuale Bip MOBILE - dichiara
Pietro Giordano, Presidente Nazionale di
Adiconsum -
non tutelano compiutamente i diritti dei consumatori che il 30 dicembre hanno assistito inermi al black-out del proprio apparecchio cellulare. Il combinato disposto delle spese legali, certamente non contenute, e i tempi biblici della giustizia, infatti, rendono vani i diritti dei consumatori, favorendo ancora una volta la parte forte, cioè le compagnie telefoniche".Questo, in sintesi la dura nota del Presidente di Adiconsum in relazione al caso
Bip MOBILE che da IL 30 DICEMBRE 2013 sta investend il settore delle Tlc italiane.
"È urgente prevedere un Fondo di Garanzia nel settore della telefonia mobile - afferma
Giordano -
per evitare il ripetersi di casi analoghi ed assicurare ai consumatori i diritti loro riconosciuti dalla normativa vigente, ovvero rimborsi, indennizzi, risarcimenti e, primo fra tutti, il credito residuo, versato alle aziende preventivamente all'erogazione del servizio, che oggi garantisce solo le aziende che lo incassano, ma non i consumatori che lo pagano. Un Fondo di Garanzia che, alimentato con un contributo minimo versato tramite un'apposita quota di solidarietà, sia in grado di offrire tutele certe agli utenti".
"La quota di solidarietà – prosegue Giordano -
deve diventare centrale per assicurare, in maniera organizzata e strutturata, tutele a 360 gradi ai consumatori. Questa è la vera sfida da affrontare per rilanciare i consumi, e complessivamente l'economia, e prevenire truffe ai danni dei consumatori, altrimenti l'alternativa rimane la solita incertezza dei diritti e, per i consumatori, oltre il danno anche la beffa".