Il cloud di Microsoft? Deve essere visto come una vera e propria estensione del data center aziendale oppure per usare una formula ancora più generalista, come un’estensione del proprio sistema informativo, con tutta la sicurezza che può derivare dall’utilizzare una virtual private cloud. E’ quanto afferma
Fabio Santini, direttore della divisione server, tool & cloud di Microsoft Italia.
Si va nella direzione dei sistemi ibridi, parte delle risorse continueranno a risiedere on premise, altre si avvarranno dell’infrastruttura e piattaforma cloud.
E al di là dell’esplicita predisposizione al cloud che hanno una certa tipologia di applicazioni e servizi - tutto ciò che riguarda workload che non hanno una costante di traffico e sono altamente esposti alla volatilità di internet, con picchi di traffico alternati a fasi di down, così come per esigenze spot che si manifestano per singole esigenze nel corso dell’anno, campagne marketing e o eventi - il cloud diventa interessante per una molteplicità di workload, anche quelli, dice Santini, per i quali sino ad adesso si è dato per scontato che dovessero risiedere on premise.
Certo, rimangono inviolabili quelle applicazioni e relativa infrastruttura associata tipicamente a un ambiente di produzione, ma per il resto – osserva Santini - tutto può essere messo in discussione. Lo stack tecnologico associato a un qualunque workload se confrontato in termini di TCO risulta infatti essere di gran lunga inferiore in ambiente cloud. Per gli utenti e per le aziende esistono opportunità per ridurre i costi, per traslare sulla nuvola tutti i costi che sono normalmente associati alla manutenzione dell’IT. Windows Server. System center, Sql server, tutti gli elementi fondanti il puzzle del cloud OS di Microsoft diventano i motori della pattaforma cloud che può diventare complementare e speculare all’ambiente IT tradizionale. Azure Active Directory da poi la possibilità di sincronizzare i profili utente nell’una e nell’altra dimensione creando una singola vista logica delle risorse in una dimensione ibrida.
Si vanno ormai superando i timori delle aziende nei confronti del cloud, dice Santini. Chiunque visitando i nostri data center si può accorgere che il livello di sicurezza è di gran lunga superiore a quello riscontrabile nel proprio data center. I DC Microsoft dislocati in tutto il mondo hanno in media un installato di 350 mila server e registrano una crescita media di 2 mila server per mese. Per l’area europea abbiamo disposizione i data center di Dublino e Amsterdam per i quali garantiamo compliance alla normative europee in tema di privacy e trattamento dei dati.
Siamo nella fase di maturazione del cloud, aggiunge Santini. Se fino a oggi l’attenzione è stata prevalentemente focalizzata fronte infrastrutturale e SaaS quello che ci dobbiamo attendere in futuro è l’affermazione del cloud come piattaforma. Significa traslare il paradigma del sistema operativo su server tradizionale, come accaduto in passato, in una nuova prospettiva di IT as a service. Santini vede un parallelo con quanto avvenuto nella telefonia mobile: i costi di servizio sono andati nel tempo diminuendo e quello che è andato consolidandosi è la dimensione applicativa, si veda l’importanza oggi assunta dagli apps store iOs, Android e Windows. Lo stesso accadrà per il cloud.
Ed è per l’appunto sulla piattaforma - conclude il responsabile della divisione - che si gioca il futuro cloud di Microsoft.