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VeeamOn Forum, nell’era digitale l’always on availability è cruciale

I dati sono la materia prima di ogni business digitale e la loro disponibilità è condizione imprescindibile. Di scena la trasformazione digitale che ha nel dato, e nella sua disponibilità continua un elemento imprescindibile. E’ la centralità del dato, e, di conseguenza, il fatto di garantirne la disponibilità continua il tema portante lungo cui si è declinata la 2° edizione del VeeamOn Forum, quest’anno a Milano, dopo l’edizione romana del 2016. Nessun business digitale può prescindere dai...

Video Albert Zammar VP Semea, Veeam Software
E’ la centralità del dato, e, di conseguenza, il fatto di garantirne la disponibilità continua il tema portante lungo cui si è declinata la 2° edizione del VeeamOn Forum, quest’anno a Milano, dopo l’edizione romana del 2016
Nessun business digitale può prescindere dai dati e perdere un dato rappresenta una grandissima perdita economica per qualsiasi tipo di azienda, ma anche perdita di immagine e fiducia – afferma Albert Zammar, VP Semea, Veeam Software, nell’aprire la giornata a un pubblico di oltre 400 persone, curiose di conoscere le nuove frontiere dell’Always-On business’. Oggi Il valore del dato è ritenuto sempre più linfa vitale per le aziende, non si può prescindere dai dati e il fatto di garantire un’esperienza che sia molto vicina alla continuità operativa è fondamentale per gli utenti”, prosegue. In apertura con lui sul palco, Olivier Robinne, VP Sales Emea, a rimarcare il tema portante in uno scenario in cui le aziende sono alle prese con la Digital Transformation. "Il futuro digitale è qui ed è ora e poggia su un mondo fortemente interconnesso dove la tecnologia gioca un ruolo di primo piano, facendo, come detto, leva sui dati".
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Tecnologia che permea qualsiasi cosa:
il riferimento principe va al mercato automobilistico – si pensi a Tesla con auto che hanno al proprio interno più tecnologia di quella presente in un ufficio moderno. In uno scenario di questo tipo le aziende devono conquistare la fiducia dei clienti con servizi che funzionino sempre: ‘Always on availability’ significa garantire un’esperienza utente sempre disponibile, con accesso istantaneo a dati e applicazioni. Non c’è tolleranza al disservizio come emerge dal recente recente Availability Report 2017: l’aspettativa è quella di avere una disponibilità sempre di dati e applicazioni. Dati la cui proliferazione è in continua accelerazione: secondo IDC nel 2025 saranno 180 Zetabyte; significa 180 mila miliardi di miliardi. Se nel 2015 il 90% di essi era stato generato nel corso dell’ultimo biennio, nel 2016 il 90% dei dati è stato generato nell’ultimo anno:  “Uber e Tesla sono le aziende più capitalizzate per la mole di dati enorme di cui dispongono. Dati che sono come il petrolio nel secolo scorso”, enfatizza Zammar.  

Il futuro digitale è qui
Sono scenari di Digital Transformation con il dato come materia prima quelli che calcano il palco dell’evento. Quello descritto da Fabio Sferuzzi, Director Talent Garden Connect, parte dai talenti per spiegare come la tecnologie digitale è presente nella vita reale e amplificale possibilità di fare impresa. Talent Garden si definisce il giardino dove i migliori innovatori crescono, si connettono – accelerandosi – e contaminando il mondo. Primo player in Europa nel co-working in meno di cinque anni, con 1.500 membri, 18 campus in sei paesi europei, ha l’obiettivo di connettere le persone in luoghi fisici, una rete di persone per costruire nuove soluzioni per fare impresa nel mondo dell’innovazione digitale. La tecnologia digitale è inarrestabile: “La crescita costante delle tecnologie digitali risponde alla necessità di essere sempre connessi: nel reale estate ci sono 6 milioni di immobili inutilizzati ma al contempo il mondo del coworking cresce ogni sei mesi dell’88%; nel mondo del lavoro italiano ci sono il 40,2% dei giovani senza lavoro (fonte Istat e FastCompany) ed è previsto però che entro il 2020 ci saranno 60 milioni di self-worker, imprenditori di se stessi”. Cinque le lezioni suggerite da Talent Garden presentate da Sferuzzi: “Non nascondersi dietro a finti problemi, le tecnologie digitali oggi possono risolvere problemi reali, anche economici; la collaborazione come punto di forza; fare squadra; non avere paura di fallire; mettere il cliente al centro – bisogna capire ogni giorno come soddisfare i suoi bisogni e da li partire organizzando il proprio business”. E’ poi la volta di Thimus, sponsorizzata da Talent Garden, realtà italiana presentata dai due co-fondatori Andrea Bariselli e Mario Ubiali, che parlano di Applied neurosciences, machine learning e IoT: il futuro passa attraverso la Natura. E’ il cervello umano ad essere analizzato:Un database straordinario con 100 mila miliardi di connessioni, in grado di immagazzinare fino a 1PB di memoria (1 biliardo di byte), di produrre circa 25 Watt di potenza continua e circa 70 mila pensieri al giorno”.
Valeria Portale, Direttore Osservatorio Mobile Payement & Commerce, Politecnico di Milano, inquadra il tema delle opportunità di business aperte da Blockchain e Distributed Ledger, partendo da un po’ di storia: “Dal 2008 la BlockChain ha vissuto differenti fasi: dai primi passi di Bitcoin e la sua rapida crescita alla fama negativa associata all’utilizzo su mercati illeciti e al rapporto conflittuale con il regolatore, fino a quando nel 2015 e nel 2016 le tematiche Blockchain e Distributes Ledger hanno vissuto un vero e proprio hype, venendo annoverate tra i trend tecnologici più interessanti a livello mondiale”. Anche in questo caso con i dati al centro.
E' poi la volta di DataHunter e Mathesia e di Microsoft sul tema dell’Intelligenza Artificiale e della Mixed Reality attraverso Hololens. E come caso cliente quello di Cotonella che lo scorso novembre è stata colpita da un incendio nella sede centrale, dove era dislocato il data center: “Un disastro è un fatto imprevedibile che non si può fermare e una volta accaduto bisogna intervenire e provare a prevenire ed essere pronti al dopo. Grazie a Veeam e al supporto partner   del partner Project Informatica nel giro di 18 ore abbiamo ripristinato tutti i server aziendali. L’asso nella manica giocato è stato la strategia Disaster Recovery implementata, un’assicurazione sui dati, da vedersi come un investimento necessario non un costo”, sostiene l’IT Manager Andrea Mariotti.

Cisco e HPE: il ‘Better Togher’
Un momento di approfondimento più tecnologico è affidato ai partner tecnologici come Cisco e HPE, Platinum Sponsor, che con Veeam Interpretano la filosofia del ‘Better togheter’.
Alberto Degradi, Infrastrucure Leader di Cisco, sostiene: “La digitalizzazione determinerà una trasformazione importante nel mercato produttivo economico e sociale, modificando l’esperienza di vita di tutti noi. Ma non è ancora la nuova normalità; siamo nel mezzo di un percorso e c’è ancora molto cammino da compiere. Se è vero che tutto ciò sta avvenendo, il punto cruciale è che il dato è centrale e ha un effetto sul business e sull’affidabilità dell’azienda. C’ è però ancora un gap da colmare come dice Veeam.”
Cisco e Veeam abilitano l’Availability garantendo l’enterprise continuity, la mobilità dei workload, aderendo alla compliance e favorendo la visibilità. La partnership globale che unisce le due aziende in essere dal 2013 è molto solida e poggia su soluzioni certificate e testate, con un unico marketplace da dove finalizzare le soluzioni. Dove lavorano in modo congiunto? Quattro gli uses cases presentati con il sistema Cisco UCS come elemento comune: ambienti di computing virtualizzato; infrastrutture convergenti;  ambienti iperconvergente (con HyperFlex); mondo dei service provider. In particolare, il focus più recente va a sviluppi congiunti su una soluzione nativamente integrata con tecnologia iperconvergente (appliance con sfruttamento nativo  delle potenzialità dell’hardware e del software). “Si tratta di soluzioni cost effective, con velocità doppia rispetto a quelle tradizionali, prevalidate e certificate in grado di scalare dai piccolo uffici fino a ambienti di service provider, aperte al cloud”, spiega Degradi.
Yari Franzini, Country Director Data Center and Hybrid Cloud, HPE, introduce il concetto di ‘Economia dell’idee’, secondo cui vince chi è in grado di avere un’idea innovativa e portarla sul mercato più velocemente degli altri, con la velocità come elemento differenziante abbinata alla  capacità di estrarre valore da dati informazioni. Si guarda a business che mettono al centro dati e informazioni in un contesto sempre più competitivo dove fare scelte in tempo reale fa la differenza.
L’evoluzione tecnologica seguita da HPE si concentra su due fronti principali: quello del data center in logica hybrid cloud e quello dell’Intelligent Edge, come necessità di avere infrastrutture di prossimità più vicini ai ‘things’ distribuiti in modo da recepire dati, con la possibilità di analizzarli più velocemente per fare scelte di business in tempo reale. Guardando alla prima declinazione Franzini pone l’accento sul ‘giusto mix’ infrastrutturale da individuare che dipende dal tipo di business da indirizzare: oggi circa il 70% delle architetture è ancora on premise e il 30% in public cloud. “HPE ritiene che la formula corretta per avere il giusto bilanciamento passa da architetture flessibili, elastiche e dinamiche adattabili alle esigenze di business, che vanno oltre il tradizionale approccio infrastrutturale proponendo tecnologie convergenti, iperconvergenti e l’innovativa composable infrastructure, l’infrastruttura componibile ma anche 'infrastructure as a code'. Tutte architetture che sostengono l’esigenza del business rispondendo a istanze di velocità flessibilità e ma anche ‘saving’. “HPE vuole proporre l’on premise public cloud experience, definendo il ‘right mix’ per indirizzare il percorso ideale del cliente’, afferma Franzini. Uno tassello importante in questo disegno è  l’all flash data center che guarda a performance ed efficienza, consolidando e facendo anche  analisi preventiva.. “Quella con Veeam è una collaborazione che parte da lontano e poggia sulla estrema complementarietà: risale a circa cinque anni fa e poggia su un intenso lavoro congiunto a partire dall’R&D:  insieme abbiamo sviluppato soluzioni congiunte  di storage, server, ipercovergenza e Software Defined”, conclude Franzini.  
10 anni di innovazione
E’ Lara Del Pin, Manager of Channels Italy, Veeam Software, a illustrare alcune novità annunciate al recente VeeamOn di New Orleans, non prima di aver rimarcato la vision aziendale: Abbiamo l’ambizione di implementare l’Always on Availability – consentendo alle aziend  clienti di abbracciare la digital transformation senza timore, cavalcando le nuove opportunità dell’era digitale senza avere la problematica della disponibilità del dato e delle applicazioni nel momento in cui l’utente ne ha bisogno. Per farlo mettiamo a disposizione una tecnologia abilitante per cogliere le opportunità di business”. Una vision molto apprezzata e seguita dai clienti: quei circa 245 mila clienti a livello mondiale (oltre 14 mila in Italia), che crescono mediamente di circa 4.000 unità al mese per un totale di milioni di macchine virtuali protette, che si dichiarano molto soddisfatti della tecnologia Veeam, come testimoniato dal ‘Net Promoter Score’, un metodo di misurazione della soddisfazione dei clienti che vede la media nell’IT attestarsi intorno al 26-27%, mentre quest’anno Veeam ha toccato il 73% (era al 62% lo scorso anno): “Veeam è una tecnologia democratica – adattabile sia per le piccole aziende che le grandi aziende perché tutti hanno necessità di disponibilità continua del dato”.
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10 anni di innovazione
condensati lungo tre declinazioni principali: una business continuity mai interrotta - attraverso un fattore di failure inferiore del 2,5, una recovery 3 volte più veloce e una soddisfazione sugli Sla pari al 91% contro un 69% delle tecnologie legacy; libertà e agilità nella via per la Digital Transformation con la possibilità di implementare la propria via al cloud; strumenti di Analitycs e Visibilità al fine di dare le informazioni e i dati per essere più proattivi e pronti a cogliere le opportunità di business.
A livello di prodotto al recente evento di New Orleans è stata presentata la versione 10 della Availability Suite: una major release che aderisce alle principali richieste dei clienti e declina i tre concetti Platform, Cloud, Ecosystem. Si è lavorato infatti sull’estensione della piattaforma: nella versione 10 è stata aumentata la protezione per gli ambienti fisici così come sono stati aumentati i Recovery Point Objective (RPO) – per garantire una frequenza maggiore non solo del backup ma anche della Disaster Recovery mantenendo i costi contenuti.  Si è poi lavorato sulla  maggiore integrazione con nuovi cloud e quindi nuovi player per mantenere la varietà di scelta; sempre alta infine la focalizzazione continua sull’ecosistema - partner e alleanze – mettendo a disposizione più integrazioni in una logica Software Defined, a garanzia di libertà e flessibilità. Il tutto sempre con quel obiettivo principale: garantire che qualunque servizio – siano file, applicazioni, VM, end point, workload fisici o cloud  - abbiano la caratteristica di essere sempre fruibili e disponibili nel formato prescelto dall’utente e dove si preferisce – on premise o nel cloud.
L’Availibity Platform, che prende forma nell’Availability Suite, oggi quindi prevede l’integrazione con il mondo fisico, ma anche cloud workload – VM presenti eventualmente su cloud pubblici. Nel viaggio verso il cloud è stata inserita la tecnologia continuous data protection - con RPO molto più interessanti-, mantenendo costi bassi - integrando l’archivio di lungo periodo per esempio su blob di storage -, e ulteriore integrazione con le piattaforme storage, aggiungendo ulteriori brand e certificazioni. “Si stanno spostando backup e disaster recovery e altri servizi verso il cloud; Veeam protegge i dati dal cloud verso l’on premise così come offre strumenti per fare recovery nel cloud ma anche migrazione fra cloud, toccando tutte le potenzialità disponibili relative al cloud”, conclude Lara Del Pin.
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